“A Sils Maria nel mondo” (Book Editore, 2000) è il titolo di una raccolta di poesie di Remo Fasani (1922-2011), premiata con il premio Schiller nel 2001.
Alcune sue poesie attualmente si possono leggere anche al primo piano della casa-museo di Nietzsche (http://www.nietzschehaus.ch/), che si trova appunto a Sils-Maria (Segl in romancio), in Svizzera, non molto distante dal confine italiano.
© Foto di Giuseppe Savarino (Luglio 2012)
Le poesie sono state stampate e affisse in una vetrinetta accanto ad alcune fotografie di letterati, filosofi e artisti che hanno avuto in comune l’amore per questo paesino appoggiato ai monti dell’Alta Engadina e solleticante il cristallino lago di Silvaplana a 1800 metri di altezza.
Una di queste è dedicata alla vicina stanza di Nietzsche, quel bugigattolo conservato abbastanza fedelmente all’originale, dove “aleggia, da un secolo” il suo spirito:
Oh Nietzsche a Sils-Maria
viveva in una stanza da eremita:
un letto, un tavolo per scrivere,
una sedia, un divano dei più semplici,
bacile, brocca e asciugamano,
una finestra sola.
Finestra che non dava sull’aperto,
sul paesaggio dove confluiscono,
come dice egli stesso,
il settentrione e il mezzogiorno,
i laghi di Finlandia
e l’azzurro d’Italia,
ma, volta a Sud e contro una collina,
su una parete a picco,
di nuda roccia e vicinissima.
E lì, in quel poco spazio,
pensava e dava forma ai suoi pensieri,
vasti come il paesaggio
lasciato fuori, e duri come il sasso
davanti agli occhi. Lì naturalmente
sillogizzava invidiosi veri
L’accesso alla stanza è impedito da un cordone, ma essendo piccola, si riesce a inquadrarla facilmente in un solo colpo d’occhio, tranne che per il letto (a sinistra, non molto visibile), dove giace un’inquietante e informe scultura/masso bianco, dal gusto decisamente kitsch.
© Foto di Giuseppe Savarino (Luglio 2012)
Colpisce soprattutto la semplicità, il suo essere un quasi non-luogo, ma chi conosce Nietzsche non si stupirà più di tanto perché sa che lui era il suo pensiero (“ha il cuore nel cervello” diceva Lou Salomé).
Nietzsche la preferì a un’altra stanza molto più comoda ma che si affacciava sulla strada e che fece tappezzare di verde.
Si percepisce la mancanza dei libri di cui parla Paul Deussen, un amico, (professore di filosofia e indianista), che ci lascerà questa descrizione della sua visita a Nietzsche nel 1887:
“Il giorno dopo mi condusse nella sua abitazione o, per dirla con le sue parole, nella sua tana. Si trattava di una camera molto semplice in una casa colonica distante tre minuti dalla strada: Nietzsche l’aveva affittata per tutta la stagione al prezzo di un franco al giorno. Non ci sarebbe potuti immaginare un arredamento più spartano: a una parete si trovavano i suoi libri, che in gran parte conoscevo bene dal passato, seguiva poi un tavolo rustico coperto con una tazza da caffè, gusci d’uovo, manoscritti, oggetti da toeletta in un disordine variopinto, aumentato poi dalla presenza di un cavastivali con uno stivale ancora dentro e dal letto disfatto”.
Nietzsche arrivò in Engadina con molti preconcetti, temendo di essere disturbato dall’afflusso turistico del luogo (in particolare della vicina S.Moritz, esattamente come oggi), cambiando però opinione dopo pochissimo tempo.
Sils Maria divenne una sorta di “terra promessa”:
“Qui è come un ottobre costante, soleggiato. Per la prima volta un senso di sollievo; ora ho preso possesso dell’Engadina, e sono nel mio elemento, è veramente miracoloso, io sono affine a questa natura!” (Lettera alla sorella Elisabeth del 24 giugno del 1879).
Ne apprezzò, in particolare, l’aria secca, il sole e la natura che riteneva corroboranti per le emicranie di cui soffrì terribilmente per quasi tutta la vita (e di cui sembra soffrisse anche il padre, morto quando aveva cinque anni).
Nietzsche ritenne Sils Maria un luogo di grande ispirazione, di creatività: luogo ideale in cui fu possibile, in uno stato di grande esaltazione intellettuale, “Così parlò Zarathustra”, libro scritto con “sorprendente rapidità”.
Amava passeggiare e di pomeriggio si spostava nella Val di Fex o nei sentieri vicini (alcuni si dipartono praticamente dall’abitazione) tra larici, abeti e cembri che, sempre Fasani, descrive così:
“Sulla terra battuta, in mezzo a sassi e radici affioranti,
il moto può riuscire, agli inesperti, faticoso”
© Foto di Giuseppe Savarino (Luglio 2012)
Alla fine di uno di questi sentieri (“Sentieri, foreste, laghi, prati, tutto sembra creato apposta per me”, lettera alla sorella Elisabeth del 7 luglio 1881) presso la penisola di Chasté, direzione Sils/Baselgia, oggi è possibile trovare una roccia su cui una lapide sembra quasi gridare, nel silenzio boschivo, i seguenti dionisiaci versi:
O Mensch! Gieb acht!
Was spricht die tiefe Mitternacht?
«Ich schlief, ich schlief –,
«Aus tiefem Traum bin ich erwacht: –
«Die Welt ist tief,
«Und tiefer als der Tag gedacht,
«Tief ist ihr Weh, –
«Lust – tiefer noch als Herzeleid:
«Weh spricht: Vergeh!
«Doch alle Lust will Ewigkeit –,
«– will tiefe, tiefe Ewigkeit!»)
(Uomo! Sii attento!
Che dice la mezzanotte profonda?
«Io dormivo, dormivo –,
«Da un sonno profondo mi sono risvegliato: –
«Profondo è il mondo,
«E più profondo che nei pensieri del giorno.
«Profondo è il suo dolore –,
«Piacere – più profondo ancora di sofferenza:
«Dice il dolore: perisci!
«Ma ogni piacere vuole eternità –,
«– vuole profonda, profonda eternità!»)
Qui Nietzsche avrebbe desiderato costruire “una specie di canile su misura: voglio dire, una casa di legno con due stanze”.
© Foto di Giuseppe Savarino (Luglio 2012)
In direzione opposta, verso Silvaplana, prospiciente il lago di cui Marcel Proust scriverà “Il sole faceva passare l’acqua in tutte le sfumature e il nostro animo in tutti i piaceri”, si trova un’altra roccia, quella che ispirò, come rimembra un’altra piccola lapide, l’idea dell’Eterno Ritorno:
“Camminavo un giorno lungo il lago di Silvaplana attraverso i boschi; presso una potente roccia che si levava a figura di piramide, vicino Surlej, mi arrestai. Ed ecco che giunse a me quel pensiero” (Ecce Homo)
Siamo ad agosto del 1881 a “6000 piedi al di là dell’uomo e del tempo”.
Numerosi letterati, dicevamo, sono legati alla storia di Sils Maria e dell’Engadina.
Qui soggiornò, per le vacanze invernali, la piccola Anna Frank (in villa Laret, sulla strada verso Fex) e per le vacanze estive, sulle tracce di Nietzsche, all’hotel-castello Waldhaus tra il 1949 e il 1961, Herman Hesse.
Di questa parte della Svizzera (nonostante abitasse nel Ticino, a Montagnola, dove oggi c’è un’altra piccola casa-museo) quest’ultimo scrisse:
“Probabilmente la terra più bella, quella che mi ha coinvolto di più, è l’alta Engadina” e ancora…più poeticamente: “la culla più bella che io conosca di un grande fiume”.
Nello stesso albergo soggiornarono anche Thomas Mann, Alberto Moravia, Marc Chagall, Thomas Bernhard, Carl Gustav Jung, Albert Einstein, Richard Strauss, Gottfried Benn, giusto per citare i più famosi.
Di molti di questi, nella Nietzsche Haus ci sono foto e piccoli estratti di giornali o riviste, in tedesco e inglese.
Paul Celan si recò qui nel 1959 per un incontro mai avvenuto con Theodor Adorno, anche quest’ultimo frequentatore del Waldhaus di Sils Maria.
Musil, Neruda, Proust, Kraus, Cocteau, Dürrenmatt, Frisch, Marcuse, e Rainer Maria Rilke (che con Nietzsche condivise l’amore per la controversa Lou Salomè) si affacciarono in questo nobile soffio di cielo e nei suoi tortuosi, attigui cirri.
Per un incontro con un editore, fu a Sils Maria nel 1981 anche Emil Cioran, secondo il dettagliato resoconto dell’amica-amante, Friedgard Thoma:
“La minuscola cameretta al primo piano, con un catino, un letto e una sedia, aveva pressappoco lo stesso aspetto della camera di Cioran in rue de l’Odéon“
(F. Thoma, Per nulla al mondo, L’orecchio di Van Gogh, 2010).
Non lontano da qui, al confine con l’Italia, Maloja ci richiama costantemente la presenza (pochi anni dopo quella di Nietzsche) del pittore Giovanni Segantini: anche lui, come Nietzsche, Hesse e Proust, ispirato dalle lunghe passeggiate lungo i tanti sentieri engadinesi.
Nietzsche-Haus è ubicata nel centro di Sils Maria.
In centro per modo di dire viste le ridotte dimensioni della cittadina.
Di proprietà della famiglia Durisch ai tempi di Nietzsche (fino al 1960), attualmente è gestita da una Fondazione privata che ne evitò la trasformazione da fatiscente edifico in negozio e che la rende anche parzialmente disponibile all’affitto.
Vicino, ancora oggi, c’è l’hotel Edelweiss, dove Nietzsche dormì una sola volta, ma dove andava giornalmente a pranzo e cena.
Sopra l’entrata principale una lapide ci ricorda che:
In diesem hause wohnte
Friedrich Nietzsche
während schaffensreicher
sommermonate 1881-1888
(In questa casa ha vissuto
Friedrich Nietzsche
durante i prolifici
mesi estivi 1881-1888).
Oltre ad essere museo, Nietzsche-Haus è anche centro studi e ricerche, sede di mostre temporanee e biblioteca. Negli ultimi anni quest’ultima si è anche arricchita grazie ad alcune donazioni, su tutte quella di Oscar Levy (primo traduttore inglese di Nietzsche) e di Albi Rosenthal (collezionista).
Da una foto dell’epoca, si intravede a sinistra un negozio di articoli coloniali degli stessi Durisch, che Nietzsche apprezzava, anche per la comodità di averlo sotto casa.
Oggi al suo posto ci sono foto – sue, della famiglia e di personaggi a lui collegati – manoscritti, prime edizioni delle sue opere, lettere autografe e qualche maschera scultorea.
A destra una stanza adibita a biglietterie e workshop con libri in diverse lingue, principalmente tedesco, francese e italiano, ovviamente tutti dedicati al Nostro.
Entrando, nel piccolo disimpegno, a sinistra, si nota una piccola bacheca con le firme di alcuni dei prestigiosi visitatori del museo, in evidenza quella di J.F. Kennedy, di Elias Canetti, di Eugene Ionesco.
Recentemente, nel 2004, il museo si è ampliato con due stanze: una che contiene il mobilio dello studio di Nietzsche-professore a Basilea, il periodo accademico (1869-1879) da cui fuggiva per motivi di salute, la seconda dove invece è collocata l’interessante biblioteca donata da Oscar Levy, di cui ho accennato sopra.
Da segnalare anche la “presenza” (libri, estratti di riviste e giornali) dei nostri Giorgio Colli e Mazzino Montinari, traduttori dell’opera nietzschiana, a cui la cultura mondiale deve davvero tanto, in particolare per l’attività profusa a depurare l’opera di Nietzsche dall’inquinamento fascistoide della sorella Elisabeth sposata Förster.
© Foto di Giuseppe Savarino (Luglio 2012)
Nietzsche non morì a Sils Maria, come avrebbe voluto, ma nella superba Naumburg, assistito dalla madre. Non lontano da quell’altro luogo di grande fascino che è Rocken, luogo natio, a una ventina di chilometri da Lipsia, dove è stato sepolto (un “eterno ritorno” o un “amor fati” biografico?).
Rimane viva tuttavia l’impressione di gioia pura, quasi ingenua, del suo legame con Sils Maria:
“Considero la scoperta di questo luogo come un dono tanto inatteso quanto immeritato” (Lettera a Peter Gast, 8 luglio 1881).
Parole che ricordano quelle di Mario Rigoni Stern:
“Ritornare in Engadina è come tornare fanciulli nello spirito e, semplicemente, amare la vita…”.
Sils Maria: un luogo dove tutto è possibile.
Giuseppe Savarino
Molto bello questo viaggio a Sils Maria e in Engadina; vi ho intuito anche uno sguardo verso il mondo di lingua tedesca (così profondamente interconnesso con quello di lingua italiana) che spero aiuti almeno un po’ a comprendere in maniera più articolata, approfondita e consapevole una Germania che non è solo la Bundesbank e la finanza. Grazie di cuore.
Di niente, è stato solo un piccolo personale omaggio a un piccolo e puro angolo di terra.
Concordo, la cultura germanica è più ricca di quello che si possa pensare: l’Europa tutta è in debito non soltanto economico, ma anche soprattutto culturale. Non dovremo mai dimenticare ciò.
grazie di cuore anche da parte mia.
oltre alle belle immagini, in complesso ci offri un affresco degno non solo di Nietzsche, ma di tutta la cultura di quei luoghi.
Di niente, Carla. Grazie a te del passaggio.
l’europa non è per niente in debito economico con la Germania… non troviamo ogni scusa per fare i leccapiedi.. è l’Europa che è abusata e sfruttata dalla Germania. Non mischiamo un genio come Nietzsche allo squallore della situazione politica europea attuale la cui responsabilità (e i guadagni) ricadono sulla Germania, e non usiamolo Nietzsche come scusa e pezza per l’ignoranza in economia… E magari prima di mischiare la politica con Nietzsche leggetevi “il nuovo idolo” da Zarathustra per vedere cosa pensava dello Stato…
Evidentemente non è molto informato.
Sebbene la cosa non mi interessi più di tanto, il paese che contribuisce di più (versa più di quanto prende) economicamente in Europa è proprio la Germania; non si tratta di essere leccapiedi (non lo sono di nessuno, figurarsi di uno Stato straniero) ma di dati statistici oggettivi e di non lasciarsi guidare dalle informazioni pseudo-giornalistiche o peggio pseudo-politiche del momento.
Provenendo dal settore economico, ha proprio sbagliato bersaglio per le sue inutili polemiche (mi sa tanto che è proprio lei ad avere necessità di una “pezza per l’ignoranza in economia”). Si informi prima di emettere sentenze ingiustificate di cui onestamente non sentiamo proprio la necessità.
Sul contributo culturale della Germania non ho voglia di sprecare inutili parole: Nietzsche è tedesco e questo basta; l’elenco sarebbe troppo lungo (ma dubito che lei lo sappia).
Infine, nessuno ha voluto mischiare la politica con Nietzsche, nel mio articolo non c’è una sola parola che abbia un connotato di questo genere.
P.S.: una precisazione geografica…Sils Maria e l’Engadina sono in Svizzera, non in Germania (difatti parlo nel mio commento di “cultura germanica” e non di popolo o stato tedesco).
L’aria di montagna deve aver fatto bene al buon vecchio Fritz…
Ho finito di leggere da pochi giorni “Nietzsche l’apolide dell’esistenza” di Massimo Fini,e la curiosità di vedere i volti dei personaggi e i luoghi citati,mi ha spinto a fare un giro sulla rete,dove mi sono trovato (molto piacevolmente) in questo spazio.La ringrazio signor Savarino per le immagini e per i commenti che spero aiutino altri a conoscere
il percorso umano e culturale di Nietzsche.Grazie
Ottima lettura il Nietzsche di Massimo Fini: un libro appassionante e documentato.
Scritto con stile scorrevole e piacevole: “probabilmente uno dei miei libri più riusciti”, mi ha confessato lo stesso autore in un incontro casuale in teatro.
Sils Maria e l’Engadina fanno parte ormai del mio itinerario “annuale” estivo, una sorta di pellegrinaggio laico e assolutamente a-fideistico.
Sono tra i luoghi più affascinanti al mondo, e lo dico senza timore di sembrare eccessivo.
E questo al di là della “presenza” quasi fisicamente percettibile, passata e presente, non solo di Nietzsche ma, come ho scritto nell’articolo, di diversi artisti e letterari.
Nell’Engadina il suono possente del martello filosofico di Nietzsche sembra diffondersi con più vigore.
Grazie mille a lei per la lettura.
Bello! linko l’articolo per non perderlo.