L’Art Bonus l’anno scorso aveva concesso la libera riproduzione per scopo di ricerca a tutti i beni culturali. Poi un emendamento ha escluso i beni archivistici e bibliografici. Risultato? Oggi ai turisti è concessa libertà di selfie nei musei, mentre i ricercatori o sono costretti a rivolgersi a ditte private convenzionate, oppure, negli archivi dove è consentito fare foto da sé, devono pagare per farlo. Il movimento “Fotografie libere per i Beni Culturali” mira a rendere libera e gratuita la riproduzione, tramite fotocamera (o smartphone) personale, delle fonti storico-documentarie normalmente disponibili alla diretta consultazione in archivi e biblioteche. Il ripristino dello spirito originario del decreto ‘”Art Bonus” agevolerebbe la ricerca scientifica condotta ogni giorno da centinaia di ricercatori e professionisti dei bei culturali già costretti ad operare in condizioni economiche assai precarie, spesso armati della sola passione.
- Il sito di riferimento per conoscere cosa è accaduto, gli interventi e la storia della normativa è: https://fotoliberebbcc.wordpress.com/
- Ha finora firmato più di un migliaio di ricercatori, se intendi sostenere l’iniziativa clicca qui: https://fotoliberebbcc.wordpress.com/category/adesioni-e-contatti/